Dal 2015, prima e all’epoca unica in Italia, l’Università di Pisa, tramite il Centro Linguistico (CLI) di Ateneo, organizza corsi gratuiti di inglese per studentesse e studenti con dislessia evolutiva certificata che devono acquisire i relativi crediti previsti dal proprio corso di studio. Nell’anno accademico 2023/24 sono stati attivati due corsi, uno per semestre, con lezioni che si svolgono in presenza presso il Centro Linguistico. Due incontri settimanali di due ore ciascuno per un totale di 60 ore per acquisire i livelli B1 e B2. L’accesso al servizio è curato dallo sportello DSA e sono circa venti le studentesse e gli studenti che quest’anno hanno partecipato.
Certamente un’opportunità in più per chi studia a Unipi, ma anche una sfida per chi fa didattica, come la racconta la dottoressa Sabrina Noccetti (foto), referente del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica per servizi studenti disabili e DSA, fra le promotrici dell’iniziativa insieme alle colleghe Gloria Cappelli e Nicoletta Simi e a Susan Corrieri e Cordelia Bacci, esperte e collaboratrici linguistiche del CLI.
“Abbiamo un approccio multimodale – spiega la dottoressa Noccetti – perché cerchiamo di sollecitare tutti i sistemi sensoriali, uditivi, visivi e anche tattili, lavoriamo molto sulla ripetizione degli stimoli verbali associata ad immagini, utilizzando anche strumenti specifici che solitamente sono impiegati su bambini con dislessia evolutiva per l’apprendimento della prima lingua e che noi utilizziamo invece per potenziare l’insegnamento di una seconda lingua”.
Il prossimo anno saranno dieci anni dall’istituzione del corso, un anniversario che però deve tenere conto dell’interruzione di due anni per il Covid-19. Il metodo didattico utilizzato è infatti efficace in presenza, dove gioca un ruolo educativo fondamentale anche l’intera classe. Ragazzi e ragazze traggono beneficio dal reciproco confronto, in termini emotivi e pratici, condividendo soluzioni e modi di affrontare le difficoltà che incontrano durante lo studio della lingua.
“Il bilancio è positivo – sottolinea Sabrina Noccetti – e ci piacerebbe che l’esperienza venisse estesa anche ad altre lingue, per cominciare quelle che vengono insegnate nei corsi di studio della nostra università. Naturalmente, siamo consapevoli che l’attivazione di un corso dipende dalla forza lavoro disponibile e anche dalle richieste degli studenti. Però, l’idea ci sarebbe, e nel frattempo stiamo lavorando ad una sistematizzazione della didattica”.