“Cerco di ispirarmi a una famosa frase di Einstein che diceva l’istruzione è quello che rimane dopo che si è dimenticato tutto quello che vi hanno insegnato a scuola che è paradossale, come era paradossale l’autore della frase, ma sottende una profonda verità”.
Così il rettore dell’Ateneo pisano Riccardo Zucchi per raccontare come interpreta il suo ruolo di docente. Dopo il Nobel Giorgio Parisi e il matematico Piergiorgio Odifreddi, è lui la voce della rubrica #indovinachifalezione e Didatticamente ha raccolto la sua testimonianza lunedì 16 dicembre a margine della cerimonia Docenti dell’anno a UniPi 2024.
“Al di là delle nozioni, che pure in certi casi sono importanti e essenziali a mantenere – ha sottolineato Zucchi – lo scopo finale della didattica sarebbe sollecitare lo spirito critico, stimolare studentesse e studenti a porsi dei problemi, a farsi delle domande, poi magari le risposte possono anche non essere giuste, però se non ci si pongono i problemi, non si cercano le soluzioni, non resta niente”.